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Whistleblowing in Italia: obblighi e opportunità per le imprese

Whistleblowing in Italia: fischio d’inizio. Il 2023 è stato un anno rilevante per la regolamentazione della pratica di segnalare illeciti o comportamenti scorretti all’interno di un’organizzazione. Un tema, questo, di crescente importanza nel contesto della trasparenza e dell’integrità aziendale. Anche grazie all’impegno di Transparency International Italia¹, un’organizzazione non governativa il cui principale obiettivo è quello di sviluppare strategie efficaci per prevenire la corruzione. Approfondiamo, allora, la normativa che regola il whistleblowing in Italia, scoprendo quali sono gli obblighi (e i benefici) per le aziende virtuose.

Che cosa significa whistleblowing

Già diffuso da tempo negli USA e nel Regno Unito, il whistleblowing è uno strumento di compliance aziendale attraverso il quale i dipendenti di amministrazioni pubbliche e realtà private possono spontaneamente segnalare, in modo riservato e protetto, eventuali illeciti avvenuti all’interno dell’organizzazione. Si tratta, quindi, di uno strumento per far emergere comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o dell’ente privato. È il caso, per esempio, di:

  • illeciti amministrativi, contabili, civili o penali;
  • trasgressione delle norme ambientali e di sicurezza sul lavoro;
  • violazioni ai sensi del D.Lgs. 231/2001 (Responsabilità amministrativa delle società e degli enti).

Oltre a quello intrinseco della prevenzione degli illeciti, lo scopo del whistleblowing in Italia è quello di coinvolgere e sensibilizzare i cittadini alla lotta all’illegalità, richiedendo di partecipare attivamente al miglioramento della società.

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Il whistleblowing in Italia: le novità introdotte

In tema di whistleblowing, in Italia lo scorso marzo è entrato in vigore il D.Lgs. 24/2023², in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937. L’atto normativo sostituisce le disposizioni previste dalla legge n. 179/2017 per il settore pubblico e dal D.Lgs. 231/2001 per quello privato.
La nuova normativa sul whistleblowing in Italia estende la cerchia dei soggetti che possono avanzare una segnalazione, ovvero i whistleblower. Tra questi troviamo:

  • dipendenti pubblici;
  • lavoratori subordinati di soggetto del settore privato;
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti;
  • collaboratori e consulenti.

Tra i soggetti segnalanti troviamo anche volontari e tirocinanti, figure di amministrazione, controllo e vigilanza. La segnalazione può essere presentata attraverso il canale interno, cioè nell’ambito del contesto lavorativo. In alternativa, ci si può rivolgere esternamente, all’Autorità nazionale anticorruzione o tramite una divulgazione pubblica, ma solo in alcuni casi³. Si può optare anche per la denuncia all’autorità giudiziaria o contabile.

Obblighi e scadenze per le aziende in materia di whistleblowing

Le novità introdotte dal decreto legge sul whistleblowing in Italia sono molteplici. Sono previste anche scadenze diverse per l’implementazione delle disposizioni di legge, in base alle dimensioni dell’azienda e a specifici criteri.

  • Le aziende che nell’ultimo anno hanno impiegato una media di almeno 250 lavoratori subordinati devono essersi dotate di propri canali di segnalazione entro il 15 luglio 2023.
  • Tempistiche differenti per le imprese che, nell’ultimo anno, hanno impiegato tra i 50 e i 249 dipendenti. Per queste, l’obbligo di istituzione di una piattaforma per la segnalazione di illeciti ha effetto a partire dal 17 dicembre 2023.
  • Lo stesso dicasi per datori di lavoro senza limiti dimensionali che operano in settori regolamentati a livello europeo (per esempio, i mercati finanziari) o che rientrano nei campi d’applicazione del D.Lgs. 231/2001 e adottano un modello organizzativo.

Più tutele per chi segnala

La nuova disposizione normativa in materia di whistleblowing ha introdotto importanti cambiamenti anche sul fronte della riservatezza, prevedendo un solido sistema di tutele.
Sarà necessario attivare canali di segnalazione interna che garantiscano, anche grazie all’uso di strumenti di crittografia, la riservatezza dell’identità del whistleblower. Ma anche delle persone oggetto della segnalazione, e, più in generale, di tutti i soggetti coinvolti. La discrezione riguardo i dati sensibili è un requisito obbligatorio per assicurare la conformità della propria azienda alla normativa.
Inoltre, dovrà essere fornita idonea informativa al trattamento dei dati, ai sensi del Regolamento GDPR. Il titolare del trattamento dovrà stabilire i tempi di conservazione della segnalazione, nominare e istruire i soggetti incaricati alla gestione delle stesse ed effettuare una valutazione d’impatto privacy (DPIA).

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Inadempienze e sanzioni per le imprese

In materia di whistleblowing, in Italia, l’ANAC assume la responsabilità esclusiva di valutare le segnalazioni e l’eventuale applicazione delle sanzioni amministrative. Sia per quel che riguarda il settore pubblico sia per quello privato. Tale organo prevede sanzioni che vanno da 10.000 a 50.000€ per le imprese che non hanno istituito canali di segnalazione o che non hanno adottato procedure per la loro effettuazione e gestione. Lo stesso vale nei casi in cui si accerti che:

  • sono state commesse ritorsioni;
  • sia stato violato l’obbligo di riservatezza;
  • la segnalazione è stata ostacolata o si è tentato di ostacolarla.

Le sanzioni, tuttavia, non interessano soltanto le aziende inadempienti. Sono, infatti, previste ammende anche per i segnalanti che incorrono nei reati di diffamazione o calunnia con la denuncia all’autorità giudiziaria o contabile. Per tali figure, l’importo delle contravvenzioni varia da 500 a 2.500 euro.

Benefici e opportunità in ambito aziendale

Sanzioni, ma non solo. Il whistleblowing, in Italia, offre una serie di benefici sia per le aziende, sia per gli stessi segnalatori.
Per le prime, il whistleblowing può rappresentare un’opportunità per rilevare e affrontare tempestivamente eventuali comportamenti illeciti o scorretti. In questo modo possono prevenire perdite finanziarie, eventuali contenziosi legali e potenziali danni reputazionali. Inoltre, il whistleblowing può contribuire a creare un ambiente lavorativo più etico e responsabile, aumentando la fiducia tra dipendenti e clienti.
Dal canto loro, i whistleblower possono sentirsi più tutelati e incoraggiati a segnalare attività illecite senza il rischio di ritorsioni (licenziamento, sospensione, demansionamento, discriminazioni, ecc.). In questo senso, si assiste gradualmente a un cambio di percezione delle figura del whistleblower nel nostro Paese: da “spione” o “delatore” a figura che contribuisce a migliorare la trasparenza e l’etica all’interno di un’organizzazione, facendosi promotore di una cultura dell’integrità.

Siamo a disposizione per offrirti tutta la consulenza necessaria a mettere in regola la tua azienda alla luce delle novità normative in tema di whistleblowing.
Per informazioni,
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NOTE
¹ Per approfondire: Whistleblowing, Transparency International Italia
² Leggi il testo completo del Decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 24
³ Per saperne di più: Whistleblowing, le novità del D.Lgs. n. 24/2023, ANAC

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