logo elabo bianco 20 anni

Gli adempimenti ambientali che una PMI deve assolvere in Italia sono innumerevoli e coprono svariati ambiti dell’attività lavorativa. Per cercare di fare un po’ di chiarezza in questo campo, in questo articolo elenchiamo alcuni fra i principali adempimenti ambientali (AUA, MUD, ecc) e scadenze quali:

I principali adempimenti ambientali per le PMI

Gli adempimenti in ambito ambientale richiesti alle aziende dipendono dal tipologia di attività svolta, dalle caratteristiche e potenzialità del ciclo produttivo oltreché, in linea generale dal loro impatto sull’ambiente.  Quindi, prima dell’avvio di una nuova attività o di un cambiamento dell’assetto produttivo (installazione di macchinari, avvio di nuovi processi, ecc.) è bene svolgere una verifica degli interventi previsti in rapporto al Quadro normativo ambientale. In questo modo sarà possibile individuare il percorso autorizzativo più appropriato e determinare gli adempimenti previsti dalla norma e le attività di prevenzione/mitigazione necessarie. 

Aree di impatto ambientale e principali adempimenti

La norma fondamentale di riferimento in materia di adempimenti ambientali è il D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.: il cosiddetto Testo Unico Ambiente (TUA). Cercheremo ora di riassumere i più importanti adempimenti ambientali per le PMI, suddivisi per le principali aree di impatto. 

Emissioni in atmosfera

Prima di installare una macchina o iniziare una nuova attività è necessario verificare se l'intervento previsto rientra fra quelli per i quali deve essere presentata una richiesta di autorizzazione alle emissioni ai sensi degli art. 269 e 272 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.. In tali evenienze è necessario richiedere un'autorizzazione appropriata (Autorizzazione di carattere generale, autorizzazione alle emissioni oppure Autorizzazione unica ambientale (AUA), di durata 15 anni).

Emissioni in ambiente idrico (scarichi)

L’apertura di un nuovo punto di scarico, deve essere sempre autorizzato ai sensi dell’art. 124 c.1 del D.Lgs. 152/2006. Anche in questo caso bisogna richiedere un'autorizzazione appropriata (Autorizzazione allo scarico oppure AUA).
Dal 2018, le aziende venete sono tenute anche al rispetto del Piano di tutela delle acque regionale (PTA). L'adeguamento degli spazi esterni a questa norma è propedeutico alla richiesta di autorizzazione allo scarico di acque meteoriche, ai sensi della DRV 1534 del 31/12/2015.

Produzione di rifiuti

Tutte le aziende che producono rifiuti derivanti da attività produttiva devono tenere un registro dei rifiuti ai sensi del D.Lgs 152/2006. Le aziende con più di 10 dipendenti e/o produttrici di rifiuti pericolosi devono anche effettuare comunicazione annuale al catasto dei rifiuti tramite MUD (Modello unico dichiarazione ambientale). Il deposito temporaneo di rifiuti negli spazi aziendali è soggetto alle regole contenute nel TUA.

Emissioni sonore

Prima di installare una macchina o iniziare un’attività che comporta un aumento del rumore prodotto in ambiente esterno è necessario eseguire una Valutazione Preliminare di Impatto Acustico. Nel caso questa riscontri un potenziale superamento dei limiti di legge, l’azienda deve prevedere opportuni interventi di mitigazione.

Utilizzo di sostanze pericolose (rischio contaminazione suolo/sottosuolo)

In questo caso non è necessaria un’autorizzazione. Tuttavia, l’utilizzo di nuove sostanze pericolose deve essere valutato per quanto riguarda i rischi sulla salute e sicurezza dei lavoratori ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e sull’ambiente. Quando si acquista una nuova sostanza pericolosa, deve essere richiesta al produttore la Scheda di Sicurezza (SDS) del prodotto. Si deve provvedere, inoltre al corretto utilizzo e stoccaggio della sostanza stessa.

Principali scadenze ambientali per il 2020

Siamo a disposizione per effettuare una Valutazione degli interventi previsti nella vostra azienda e per supportarvi nell’assolvimento delle relative pratiche autorizzative così come di tutti gli adempimenti ambientali quali MUD, PGS e Bilancio di Massa. Per maggiori informazioni contattaci. Ci trovi ad Arzignano in provincia di Vicenza.

Foto di Foto-Rabe da Pixabay

Il 4 settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto Privacy (D.Lgs. n. 101/2018): la legge con cui l’Italia recepisce regolamento europeo GDPR in materia di tutela dei dati personali. Il decreto, che entrerà a tutti gli effetti in vigore il 19 settembre, modifica, ma non sostituisce il Testo unico sulla privacy del 2003.

Il sistema regolatorio italiano sulla privacy, quindi, sarà composto da questi due documenti, a cui si aggiungono tutte le precedenti pronunce del Garante e le autorizzazioni generali, prolungate fino a data da destinarsi. Una giungla in cui per le aziende non è facile orientarsi.

Il nuovo decreto privacy

L’armonizzazione della legge italiana era attesa da maggio 2018, data di entrata in vigore di GDPR in tutta Europa. Su questo blog abbiamo seguito con attenzione questa fase di transizione. Perché da una parte GDPR mira a tutelare i cittadini nei confronti delle aziende (eclatante il caso Facebook). Dall’altra però rappresenta anche un adempimento non facile da applicare per le PMI, con il rischio di pesanti sanzioni.

Le sanzioni previste da GDPR

Le imprese che violano gli obblighi introdotti da GDPR (ne abbiamo già parlato in questo articolo) possono incorrere in sanzioni da 10 a 20 milioni di euro, o comprese tra il 2% e il 4% del fatturato. Inoltre il nuovo decreto privacy prevede l’applicazione di alcune fattispecie di reato del Codice Penale, come trattamento illecito, acquisizione fraudolenta, false dichiarazioni...

Nessun periodo di non-sanzionabilità

Arriviamo quindi alla cosiddetta “sospensione” delle sanzioni. L’art. 22 del nuovo decreto privacy prevede che per i primi otto mesi dalla sua entrata in vigore, il Garante per la privacy tenga conto di una “fase di prima applicazione”. Non definisce tuttavia alcun periodo di moratoria o non-sanzionabilità.

Le PMI possono comunque approfittare di questo periodo per armonizzare i nuovi obblighi coi processi aziendali. Come annunciato dal Garante infatti, i controlli inizialmente si concentreranno su aziende che gestiscono banche dati di grandi dimensioni, istituti di credito, società di telemarketing.

Semplificazione e curriculum

Il nuovo provvedimento, in ogni caso, non ignora le esigenze di semplificazione delle piccole e medie aziende. Ha affidato quindi al Garante il compito di introdurre modalità di adempimento semplificate degli obblighi previsti specificamente rivolte alle PMI.

È già nel testo del nuovo decreto privacy, invece, una norma (Art. 9) che semplifica la gestione dei dati contenuti nei curriculum vitae. In particolare, per quanto riguarda i CV inviati spontaneamente dai candidati all’azienda, l’informativa sul trattamento dei dati e l’acquisizione del consenso potrà essere consegnata dall’azienda al soggetto interessato nella prima occasione di incontro successiva alla ricezione del curriculum.

Gli obblighi previsti

Ricordiamo infine i principali obblighi che le imprese (anche PMI) sono tenute ad assolvere in base a GDPR:

Siamo a disposizione per offrirvi tutta la consulenza necessaria a mettere in regola la vostra azienda dal punto di vista della tutela dei dati e della privacy. Per qualsiasi informazione, contattaci. Ci trovi ad Arzignano, in provincia di Vicenza.

E_LABO SRL
Via dell’Industria 48/C int.1 - 36071 Arzignano (VI)
C.F. e P.IVA IT 03093450249 | REA VI - 298371
Tel: 0444 478406 | E-mail: e-labo@e-labo.it
Created by Hassel Omnichannel
crossmenu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram