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Ridurre l’affaticamento muscolare, soprattutto a livello delle spalle e della schiena del lavoratore, aumentare la sicurezza, prevenire infortuni. È il contributo offerto dall’esoscheletro per lavoro. Non si tratta di un sogno futuristico o utopico: sono sempre più numerose le aziende in Italia che decidono di dotare i loro dipendenti di questo tipo di supporto, dalle grandi potenzialità. Attraverso il racconto del nostro Lorenzo Reniero, RSPP e Formatore di sicurezza, parliamo di un caso di studio e_labo in corso d’opera, con l’esoscheletro per lavoro che entra per la prima volta in un’azienda conciaria. In primis, però, vediamo che cos’è un esoscheletro, come funziona e quali benefici porta a livello professionale.

Esoscheletro occupazionale: supporto attivo e passivo

L’esoscheletro per lavoro è un dispositivo che può essere impiegato all’interno di ogni azienda per supportare i lavoratori che svolgono attività manuali. Progettati per supportare meccanicamente il corpo umano durante il sollevamento delle merci o per attività particolarmente gravose, gli esoscheletri riducono il carico nello sforzo fisico umano. In questo modo, limitano l’impatto di carichi pesanti e concorrono a evitare il rischio di danni a livello muscolo scheletrico. Nello specifico:

Per comprendere meglio differenze e peculiarità, ricorriamo a una metafora. Immaginiamo di pedalare prima su una bicicletta normale, poi su una bici elettrica, infine di guidare un motorino. Lavorare senza esoscheletro è come pedalare su un bici normale: la fatica è tutta di chi sta in sella. Utilizzare un esoscheletro passivo è come andare su una bici elettrica: si è facilitati, ma comunque va fatto un po’ di sforzo. Usare, invece, un esoscheletro attivo è come guidare un motorino.
Attualmente nel mondo ci sono una decina di aziende che producono l’esoscheletro per lavoro. Una di queste è Comau, che si appoggia per la distribuzione alla padovana AZeta Solutions, con la quale stiamo collaborando per un’applicazione in una conceria di Arzignano.

Malattie professionali: l’importanza della prevenzione

Uno degli scopi principali dell’esoscheletro per lavoro ruota intorno alla prevenzione delle malattie professionali. A livello europeo, secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute per il lavoro, i disturbi muscolo scheletrici legati al lavoro (DMS) rappresentano il 60% di tutte le malattie professionali e possono essere colpiti i lavoratori di tutti i settori. In Italia, le denunce di malattia professionale protocollate dall’INAIL nei primi nove mesi dell’anno sono state 43.933¹, +8,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. E le patologie del sistema osteo muscolare restano nella top 3 delle malattie professionali per incidenza.

In questo contesto, l’esoscheletro rappresenta un’opportunità, in più ambiti industriali, limitando i fattori di rischio da sovraccarico biomeccanico e diminuendo fino al 40% lo sforzo fisico degli operatori².

Leggi anche: Dms e movimentazione manuale dei carichi: novità con la UNI ISO 11228-1:2022 

L’esoscheletro per il lavoro in conceria: l’esperienza e_labo

Come si diceva, l’esoscheletro per lavoro è già realtà. O, perlomeno, lo sta diventando, con molteplici esperienze sul campo. Una di queste ci vede protagonisti: per la prima volta l’esoscheletro entra in un’azienda conciaria. Accade nella nostra Arzignano, dove abbiamo fatto da intermediari tra l’azienda produttrice e la conceria.

Nel dettaglio, l’inserimento dell’esoscheletro serve per risolvere il peso delle pelli che vengono sollevate. Bagnate, possono arrivare a pesare fino a 20 o 30 Kg. Una condizione che, alla lunga, può causare seri problemi osteo articolari agli operatori. Anche perché il movimento viene eseguito continuativamente per 8 ore al giorno, ovviamente con le dovute pause previste dalla legge. In tale contesto, l’esoscheletro si sta dimostrando molto efficace. «Questo dispositivo è funzionale in base ai gradi di apertura del braccio che si ottengono quando esso si muove per sollevare le merci – spiega Reniero –. Tra 0° e 20° l’efficienza dell’esoscheletro è nulla, mentre diventa molto efficace tra i 90° e 135°».
Il modello di esoscheletro passivo per arti superiori, MATE-XT di Comau, che l’azienda conciaria sta utilizzando, va a defaticare del 30% gli arti superiori del lavoratore che svolge l’attività. Così il sollevamento delle pelli si fa più agevole. Tuttavia un rischio c’è, ovvero che l’esoscheletro venga inquadrato come uno strumento che diminuisca il peso della merce. È opportuno evidenziare che, attraverso l’esoscheletro, l’operatore risulta facilitato nell’operazione di sollevamento e percepirà meno la pesantezza delle pelli. Il carico, però, non cambia.

Valutazione del rischio e formazione

Quando si parla della possibilità d’integrare un esoscheletro per lavoro in azienda, si parte di norma da una proposta e si passa, poi, alla prova. Solo in un secondo momento ci sarà un noleggio dello strumento. In generale, quando siamo chiamati ad affrontare sperimentazioni di questo tipo, iniziamo con una valutazione del rischio.
Nel caso specifico, si valuta il rischio ergonomico attraverso un'analisi approfondita finalizzata anche all'individuazione di misure di prevenzione. «L’esoscheletro non è ovviamente l'unica soluzione – specifica Reniero –: come avviene in molti casi, sono una visione e un approccio d'insieme e la cooperazione di più elementi a far la differenza. Nel dettaglio, per le attività che prevedono un movimento ripetitivo si ricorre all’alternanza di turno e il cambio di postazione tra i dipendenti».
«Una volta che il cliente acquista o noleggia un esoscheletro, è necessario un piccolo addestramento, di circa un’ora, in modo tale da conoscere a fondo caratteristiche e funzionalità» conclude Reniero. Anche in questo caso, dunque, la formazione riveste un ruolo importante. Per prendere confidenza con questa tipologia di dispositivi, ma non solo. La rilevanza del tema è confermata dalla presenza della prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici e dei movimenti ripetitivi tra gli argomenti del corso di formazione specifica per i lavoratori, obbligatorio per legge.

NOTE

Foto in evidenza: Esoscheletro passivo MATE-XT by Comau.com

¹ Per approfondire: Infortuni e malattie professionali, online gli open data Inail dei primi nove mesi del 2022

² Per saperne di più: Innovazione per la sicurezza, ecco i prototipi degli esoscheletri di Inail e IIT per i lavoratori e le lavoratrici del futuro

Il bando Isi Inail 2017 è un’opportunità da cogliere al volo per le aziende che investono in sicurezza. Lo stanziamento complessivo è ingente: oltre 249 milioni di euro da erogare come finanziamenti a fondo perduto. L’incentivo copre il 65% del costo di interventi migliorativi delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, da poche migliaia di euro fino ad oltre 100 mila. Il bando è aperto ad imprese di ogni dimensione e categoria. Da quest’anno anche ad agricoltura e terzo settore. Le domande si possono presentare dal 19 aprile al 31 maggio 2018.

Progetti finanziabili

Isi 2017 è l’ottava edizione del bando Inail. Il finanziamento complessivo è suddiviso su sei assi e su base regionale/provinciale. Ogni azienda può presentare un solo progetto afferente a una sola delle tipologie previste:

La domanda Isi Inail 2017

L'ammissione della domanda Isi Inail 2017, (a differenza di OT24, un altro bando Inail simile), prevede un percorso in tre step. Requisito di base per i progetti è il miglioramento delle condizioni minime di legge in materia di salute e sicurezza.

  1. I richiedenti, accedendo al portale web Inail dal 19 aprile al 31 maggio 2018, comunicano i dati necessari a stabilire l’ammissibilità del progetto.
  2. Le imprese ammesse ricevono un codice identificativo da utilizzare durante il “Click day” (in data da definirsi) in cui deve avvenire l’inoltro della domanda.
  3. Le domande sono inserite in graduatorie in base all’ordine cronologico di ricezione. Quelle in posizione utile potranno accedere al finanziamento.

Accedere ai finanziamenti

Una domanda è ammissibile in base a una serie di parametri relativi all’azienda e al suo progetto. Si tratta di criteri non particolarmente stringenti. La difficoltà di accedere ad Isi Inail 2017 è legata al modo di creazione delle graduatorie. Per dirla in breve: nel “Click day”, chi primo arriva meglio alloggia. I progetti vengono ammessi fino al raggiungimento dell’importo destinato ad uno specifico asse in una determinata regione/provincia. Le aziende a quel punto hanno 30 giorni per presentare la documentazione attestante l’effettivo possesso dei requisiti.

Siamo a disposizione per offrirvi la consulenza necessaria a individuare gli interventi più adeguati alla vostra azienda e predisporre la documentazione tecnica da presentare per partecipare al bando Isi Inail 2017. Per qualsiasi informazione, contattaci. Ci trovi ad Arzignano, in provincia di Vicenza.

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