Torniamo a occuparci di Covid-19. Questa volta per parlare di una conseguenza del virus forse meno evidente delle altre. Si stanno, infatti, moltiplicando i casi di stress da pandemia. E a risentirne può essere anche la sfera professionale. Diventa, quindi, importante per i lavoratori e per i datori di lavoro saper riconoscere i segnali di questa sindrome per gestirla al meglio.
Tra i nuovi termini che il Covid-19 ha aggiunto al nostro vocabolario c’è “coronaphobia”. Si tratta di un’eccessiva risposta innescata dalla paura di contrarre il virus, ma anche dall’incertezza a livello personale e lavorativo. Si manifesta a livello psicologico con ansia, disturbi del sonno, fino allo stress post-traumatico nei casi più gravi.
C’è, poi, la pandemic fatigue (stanchezza pandemica). È un mix di demotivazione e fatica nel seguire i comportamenti protettivi necessari per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Come evidenzia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è “una risposta prevedibile e naturale a uno stato di crisi prolungata della salute pubblica”. La gravità e la dimensione della pandemia hanno richiesto misure invasive. Queste hanno avuto un impatto senza precedenti nel quotidiano della collettività. Compreso chi non è stato direttamente toccato dal virus.
Si deve fare in conti con un panorama diverso dal recente passato. E l’ “ambientamento” non sempre è facile. L’Agenzia italiana del farmaco segnala, per esempio, un aumento del ricorso a farmaci ansiolitici (+12% nel 2020), anche a causa della pandemia.
Poiché non siamo fatti a compartimenti stagni, se c’è un malessere nel privato, questo finisce inevitabilmente per ripercuotersi anche sulla sfera professionale. Aumentando, per esempio, le assenze e creando possibili criticità sul fronte della sicurezza.
C’è, tuttavia, anche il rovescio della medaglia. Il posto di lavoro, infatti, anche in tempi di Covid-19, è un luogo naturale di aggregazione. E i gruppi di lavoro possono influenzare positivamente i comportamenti dei singoli. Inoltre, si possono sviluppare spontanee azioni di contenimento dei disagi individuali da cui possono derivare rabbia e frustrazione.
Il contributo imprenditoriale, in questo senso, è essenziale: non solo dal punto di vista di rispetto delle norme, come quelle sul fronte della privacy. Anche come guida e sostegno emotivo e culturale. Si tratta, in primo luogo, di riconoscere lo stress da pandemia e di adottare le opportune misure per prevenirlo e contrastarlo. Fondamentale, da questo punto di vista, è il coinvolgimento attivo dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), oltre che dei lavoratori stessi. Anche di quelli che lavorano da casa, come vediamo più sotto.
Vediamo ora alcune importanti azioni da intraprendere in azienda per prevenire e gestire al meglio situazioni di stress da pandemia stress sul luogo di lavoro:
È opportuno, infine, non dimenticare di fare esercizio fisico. Studi, infatti, dimostrano che i benefici e gli effetti terapeutici sui sintomi depressivi e ansiosi sono notevoli.
Per ridurre lo stress da pandemia è bene, dunque, promuovere una politica del benessere psicologico. Vale per chi lavora in azienda, vale per chi lo fa da casa. Il ricorso all’home working e allo smart working è sensibilmente aumentato dall’avvento del SARS-CoV-2. Accanto a indubbi benefici e varie opportunità, vi sono anche alcuni svantaggi o, perlomeno, criticità da monitorare. Lavorando da casa, lo stress lavoro-correlato può aumentare.
Il maggior ricorso all’home working ha cambiato molto lo scenario lavorativo nell’ultimo anno. E il lavoro da remoto, secondo le previsioni, rimarrà (almeno parzialmente) anche a pandemia finita. In questa nuova cornice, per alcuni, sarebbe necessario ripensare il modo di valutare i rischi sul luogo di lavoro. In particolare quelli legato allo stress lavoro-correlato. E rivedere le Linee Metodologiche dell’INAIL in materia, “aggiungendo” le fattispecie imposte dal Covid-19.
Riprendendo quanto accennato nel paragrafo precedente, andrebbero di certo considerati alcuni potenziali fattori di stress legati all’home working. Si parla, per esempio, di “Zoom fatigue”, ovvero la stanchezza da videoconferenze. Le riunioni virtuali sono aumentate, di numero e di durata, e spesso si passa dall’una all’altra senza soluzione di continuità. Varie ricerche dimostrano che le serie continue di meeting riducono la capacità di concentrazione e possono rappresentare una fonte di stress.
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Uno strumento online per misurare il livello di stress sul posto di lavoro. Lo mette a disposizione Inail, che ha recentemente aggiornato la propria piattaforma web attraverso la quale le aziende possono svolgere una valutazione del rischio di stress lavoro-correlato basandosi su una metodologia scientificamente valida.
Lo stress è una condizione dovuta al non sentirsi in grado di rispondere alle aspettative che altri ripongono in noi stessi ed è accompagnato da disturbi di natura fisica, psicologica e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza di come esso abbia un impatto enorme sia sulla salute che sull’efficienza produttiva degli individui.
Per i datori di lavoro sussiste l'obbligo di valutare questa fonte di rischio (D. Lgs. 81/2008). La verifica va effettuata ogni due anni. In caso di livelli significativi le aziende devono inoltre promuovere interventi che favoriscano il benessere del lavoratore attraverso l'ottimizzazione della struttura organizzativa.
In quest'ottica, il processo di valutazione del rischio stress si inserisce nell'ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma rappresenta anche una grande opportunità di crescita e di sviluppo aziendale. L'incremento del welfare organizzativo infatti è associato al miglioramento delle performance aziendali.
La metodologia di valutazione proposta da Inail si compone di quattro fasi:
Un percorso sistematico che permette al datore di lavoro di valutare e gestire il rischio stress lavoro-correlato ai sensi Testo unico in maniera integrata.
Registrandosi alla piattaforma di applicativi online dell’Istituto, le aziende possono effettuare la valutazione del rischio utilizzando gli strumenti a disposizione. Oltre a nuovi sistemi di calcolo e presentazione dei risultati, la nuova piattaforma si arricchisce di numerose risorse documentali.
Siamo a vostra disposizione per offrirvi consulenza nella valutazione del rischio stress, supportandovi anche per un corretto uso del portale Inail. Vi assistiamo anche nella realizzazione degli interventi necessari a contrastarlo e prevenirlo. Per qualsiasi informazione ecco i nostri contatti.