Torniamo a occuparci di OT23. Si tratta, come noto, di un’agevolazione che premia chi mette in atto interventi migliorativi delle condizioni di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Oltre, naturalmente a quelli già previsti dalla normativa vigente. Parliamo, nello specifico, del nuovo Modello OT23 per la riduzione del tasso medio di tariffa per prevenzione per il 2023. Lo scorso agosto, infatti, l’Inail ha pubblicato il nuovo modello OT23 2023¹. Gli interventi previsti sono sostanzialmente quelli già previsti dal modello per il 2022. Tuttavia, qualche novità c’è: andiamo allora a scoprirle.
Ogni azienda è tenuta a versare all’Inail un premio assicurativo annuale in favore dei propri dipendenti contro gli infortuni e le malattie professionali. Si tratta di un premio calcolato considerando il livello di rischio dei lavoratori all’interno dell’organizzazione. Tuttavia, la normativa riconosce un sistema di agevolazioni finalizzate a ridurre le somme dovute all’Istituto.
Ogni anno, dai primi di agosto, è disponibile il modello di domanda per la riduzione del tasso medio di tariffa per la prevenzione. Grazie a quanto previsto dall’art. 23 delle modalità per l’applicazione delle tariffe dei premi, le aziende possono risparmiare sul proprio premio assicurativo. Un vantaggio riservato, però, solo alle imprese che avranno dimostrato di aver intrapreso gli interventi di miglioramento previsti dal mod. OT23. Nel dettaglio, gli incentivi consentono una riduzione del tasso medio di tariffa dal 10% al 28%, a seconda che le imprese abbiamo più di 50 o meno di 10 dipendenti.
Si tratta, dunque, di agevolazioni degne di nota. Specie in un periodo, come quello attuale, in cui le aziende devono fare i conti con il caro energia. Non c’è, tuttavia, solo la sfera economica, comunque importante. Il ROP (return on prevention), ovvero il ritorno dell’investire in sicurezza e prevenzione da malattie e infortuni è pari a 2.2. Ovvero, ogni euro speso in SSL genera un valore più che doppio. Ne parlavamo in questo nostro articolo del 2018, recentemente ripreso da Econopoly, blog del Sole 24 Ore².
L’opportunità, insomma, c’è per le aziende. Naturalmente, a patto che vengano osservate tutte le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione e salute sul lavoro. Sostanzialmente, gli interventi previsti dall’OT23 sono quelli già presenti negli anni precedenti. A eccezione, come anticipato, di alcune importanti novità. Partendo dalla prevenzione degli infortuni mortali, il cui punteggio agli interventi A-1.2 e A-1.4 è passato da 50 a 70 punti. Una decisione che, data la crescita degli incidenti mortali degli ultimi anni, sottolinea la volontà dell’Inail di incentivare maggiormente tali interventi. I cambiamenti interessano anche la riformulazione dell’intervento B1 della sezione prevenzione del rischio stradale. Per i veicoli con massa superiore a 35 quintali destinati al trasporto di merci e quelli destinati al trasporto di più di nove persone, infatti, la prova pratica potrà essere effettuata anche con simulatori di guida.
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Rispetto il modello OT23 dello scorso anno, per il 2023 viene inserito anche l’intervento E-19. L’azienda interessata, infatti, deve aver adottato un modello organizzativo e gestionale di cui all’art. 30 del D.lgs. 81/08, definito in conformità alla norma UNI 11857-1. Le novità non terminano qui. La riduzione del tasso medio di tariffa prevede, inoltre:
Infine, il modello Inail OT23 prevede la riformulazione dell’intervento F2, previsto per aziende per le quali non è obbligatoria l’adozione di un defibrillatore.
Ricordiamo che, ai fini della concessione dei benefici per le aziende meritevoli, l’Inail articola gli interventi nelle sezioni:
A ogni intervento è attribuito un punteggio. Per poter accedere alla riduzione del tasso medio di tariffa, quindi, è necessario aver effettuato interventi tali per cui la somma dei loro punteggi sia almeno 100.
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L’OT23 rappresenta, dunque, un premio, un’opportunità, un investimento strategico. Del resto ce n’è bisogno: in fatto di SSL bisogna lavorare a livello culturale ma anche a livello strutturale e questi incentivi danno il loro contributo. Come fare, dunque, per poter usufruire di tali agevolazioni? Per accedere alla riduzione, l’azienda deve presentare l’apposita domanda e la documentazione richiesta dall’Inail³, esclusivamente online entro il 28 febbraio 2023. La domanda può essere presentata a prescindere dall’anzianità dell’attività. A patto, però, che gli interventi migliorativi siano stati realizzati nell’anno precedente quello di presentazione della domanda.
NOTE
¹ Per approfondire: Modello di domanda per la riduzione del tasso medio per prevenzione per l’anno 2023 (OT23)
² Scopri di più: Salute e sicurezza sul lavoro: ogni euro investito ne genera due
³ Domanda per la riduzione del tasso medio per prevenzione, guida alla compilazione - anno 2023
Colpisce spesso senza preavviso e può capitare a chiunque: età, sesso e condizioni fisiche non contano. Parliamo dell’arresto cardiaco. Mai come in questo caso, sapere cosa fare è essenziale: in gioco, del resto, c’è una vita. La buona notizia è che la vita in questione si può salvare: bisogna, però, intervenire subito. In caso di arresto cardiaco, le chance di sopravvivere si riducono, infatti, del 10% al trascorrere di ogni minuto. E solo attraverso le corrette manovre di rianimazione cardio polmonare e l’utilizzo di un defibrillatore si riesce ad aumentare (realmente), addirittura triplicare le possibilità di sopravvivenza. I DAE sono sempre più diffusi nelle nostre città. Ma che cos’è un DAE e cosa prevede la legge in Italia? Ne parliamo in questo articolo, scoprendo perché è utile avere un defibrillatore in azienda e cosa bisogna sapere in materia.
L’acronimo DAE sta per “defibrillatore (semi)automatico esterno”. Si tratta di un dispositivo di dimensioni contenute che effettua la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore. Dà, insomma, una scossa. Per meglio dire, eroga (se necessario e possibile) una scarica elettrica che resetta il muscolo cardiaco e ne interrompe l’aritmia. In Italia si sta gradualmente diffondendo la presenza e la cultura del DAE: resta, però, ancora molto da fare. L'aspetto essenziale da sottolineare è che il defibrillatore semiautomatico è facile da usare. A seconda dei modelli presenta solo uno o due tasti, molti meno di un qualsiasi elettrodomestico. Ma può fare davvero la differenza e salvare una vita. Non “fa tutto lui”, ma guida al meglio e in modo semplice chi lo sta utilizzando. Determina, per esempio, da solo se è necessaria o meno una scarica e seleziona il livello di energia necessario.
Abbiamo detto che nel nostro Paese si sta gradualmente diffondendo la presenza e la cultura del DAE. Per quanto riguarda l’obbligo della presenza di un defibrillatore, però, resta ancora un po’ di confusione. Proviamo a fare chiarezza.
Con la Legge n.120 del 3 aprile 2001, l’uso del DAE è stato esteso anche al personale non sanitario. I cosiddetti “operatori laici” devono, però, aver ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio polmonare.
Il Testo Unico sulla sicurezza non rende obbligatorio per le aziende dotarsi di DAE, ma prevede comunque l’obbligo di formazione del personale al primo soccorso. Ribadendo, così, l’importanza della presenza sui luoghi di lavoro di personale addestrato.
È il Decreto Ministeriale del 18 Marzo 2011, invece, a determinare i criteri e le modalità di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni. Questa deve essere capillare e strategica in modo tale da riuscire a fornire la defibrillazione entro cinque minuti dall'arresto cardiaco. Tra le aree indicate per il posizionamento di un DAE, vi sono anche le strutture industriali.
Il Decreto Balduzzi, nel 2013, ha reso obbligatoria la presenza del defibrillatore, tra le altre, in società sportive e dilettantistiche e palestre.
La legislazione italiana non prevede per le aziende l’obbligatorietà di dotarsi di un DAE. Ci si limita, al più, a suggerirne l’installazione. Del resto, circa il 5% degli arresti cardiaci si verifica sui luoghi di lavoro. E possono colpire anche soggetti senza una patologia cardiaca nota. La presenza di un defibrillatore in azienda permette di alzare la probabilità di sopravvivenza di chi è colpito da arresto cardiaco dal 5% a oltre il 50%. Avere un defibrillatore negli spazi aziendali è importante anche per la presenza di fattori lavorativi che contribuiscono ad aggravare le malattie cardiovascolari. Tra queste:
Nessun obbligo, dunque, a oggi per le aziende di dotarsi di un DAE. Potremmo parlare, piuttosto, di una scelta responsabile e un’opportunità. Tutto passa da un’accurata valutazione delle caratteristiche aziendali. Tra i fattori da considerare:
In generale, i DAE dovrebbero essere percepiti come indispensabili all’interno di un’azienda tanto quanto i sistemi antincendio.
Va tenuto conto, però, che la presenza di un DAE in azienda comporta diversi obblighi. A tal proposito, i già citati Decreti del 2011 e del 2013 precisano che:
* L'articolo 6 del Disegno di legge 1441 Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici rende obbligatoria la registrazione dei defibrillatori alle centrali operative del sistema di emergenza sanitaria 118.
Una spinta alla scelta di installare in azienda un DAE è data anche dagli incentivi economici. Con il modello OT23, in particolare, le aziende che abbiano effettuato interventi migliorativi delle condizioni di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro possono richiedere all’Inail la riduzione del tasso medio di tariffa per prevenzione. Per accedere a tale riduzione, è necessario aver effettuato interventi nell’anno precedente a quello della richiesta. Viene in seguito attribuito un punteggio: per accedere alla riduzione del premio Inail è necessario arrivare a un punteggio pari a 100. Il DAE, in tal senso, dà un contributo significativo. L’adozione di un defibrillatore e la specifica formazione (corso BLSD) del personale addetto al suo utilizzo permettono di acquisire 40 punti.
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