Il bando Isi Inail 2017 è un’opportunità da cogliere al volo per le aziende che investono in sicurezza. Lo stanziamento complessivo è ingente: oltre 249 milioni di euro da erogare come finanziamenti a fondo perduto. L’incentivo copre il 65% del costo di interventi migliorativi delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, da poche migliaia di euro fino ad oltre 100 mila. Il bando è aperto ad imprese di ogni dimensione e categoria. Da quest’anno anche ad agricoltura e terzo settore. Le domande si possono presentare dal 19 aprile al 31 maggio 2018.
Isi 2017 è l’ottava edizione del bando Inail. Il finanziamento complessivo è suddiviso su sei assi e su base regionale/provinciale. Ogni azienda può presentare un solo progetto afferente a una sola delle tipologie previste:
L'ammissione della domanda Isi Inail 2017, (a differenza di OT24, un altro bando Inail simile), prevede un percorso in tre step. Requisito di base per i progetti è il miglioramento delle condizioni minime di legge in materia di salute e sicurezza.
Una domanda è ammissibile in base a una serie di parametri relativi all’azienda e al suo progetto. Si tratta di criteri non particolarmente stringenti. La difficoltà di accedere ad Isi Inail 2017 è legata al modo di creazione delle graduatorie. Per dirla in breve: nel “Click day”, chi primo arriva meglio alloggia. I progetti vengono ammessi fino al raggiungimento dell’importo destinato ad uno specifico asse in una determinata regione/provincia. Le aziende a quel punto hanno 30 giorni per presentare la documentazione attestante l’effettivo possesso dei requisiti.
Siamo a disposizione per offrirvi la consulenza necessaria a individuare gli interventi più adeguati alla vostra azienda e predisporre la documentazione tecnica da presentare per partecipare al bando Isi Inail 2017. Per qualsiasi informazione, contattaci. Ci trovi ad Arzignano, in provincia di Vicenza.
L'uso di amianto in edilizia e in ogni altro settore è illegale in Italia dal 1992. Sono ancora migliaia, tuttavia, i manufatti che lo contengono, soprattutto sotto forma di eternit sulle coperture. I capannoni industriali non fanno eccezione, e questo crea un rischio per chi vi opera. Le fibre di amianto infatti sono fortemente cancerogene e se inalate causano una forma tumorale mortale nota come mesotelioma. Per questo i datori di lavoro, per legge responsabili della salute e della sicurezza dei lavoratori, hanno precise responsabilità nella gestione dell'amianto eventualmente presente nelle loro aziende.
Una delle maggiori criticità relative all'amianto è il fatto che in molti casi non è nota la sua presenza. Ciò non elimina né la responsabilità legale, né i rischi per la salute. Basta infatti una sola fibra inalata per mettere a repentaglio la vita. Per i capannoni realizzati prima del 1992 sono quindi consigliabili attente verifiche sulla presenza di elementi in amianto e sul loro stato di conservazione. Non sempre un materiale contenente amianto è pericoloso, ma lo è quando può disperdere le sue fibre nell'ambiente per effetto di sollecitazioni meccaniche o dovute allo stress termico o agli agenti atmosferici. Strutture deteriorate disperdono le fibre molto più velocemente. La loro presenza deve obbligatoriamente essere segnalata alle autorità sanitarie.
Qualora sia accertato che vi è amianto in azienda, si procede ad analisi ambientali per accertarne la pericolosità. Ciò avviene misurando la quantità di fibre aerodisperse eventualmente presenti. Se la loro concentrazione supera i limiti di legge è obbligatorio procedere alla bonifica. Questa deve essere svolta da ditte specializzate, previa presentazione all'Ulss di un piano di lavoro, che normalmente prevede la rimozione e lo smaltimento del materiale. Tuttavia in certi casi si può procedere anche all'incapsulamento con sostanze che impediscono la disgregazione di fibre, o al confinamento del materiale.
Sono sostanzialmente due le forme di incentivo per la bonifica da amianto per le aziende. Il primo è il bando annuale Isi Inail: il contributo a disposizione è pari al 65% della spesa sostenuta fino ad un massimo di 130 mila euro. Tuttavia la modalità di accesso tramite il cosiddetto "click day" lo rende di incerto raggiungimento. Un'altra possibilità sono le detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica. In questo caso vi sono precisi requisiti che gli edifici devono soddisfare, tra cui la presenza di un impianto di riscaldamento.
I nostri tecnici sono a disposizione per un sopralluogo gratuito in azienda per verificare la presenza di amianto. Offriamo inoltre consulenza per le procedure amministrative, la scelta della ditta esecutrice e la compilazione delle richieste di contribuzione.