La guida di trattori e mezzi agricoli resta una delle professioni più pericolose, per chi guida ma non solo. Basta guardare i numeri. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, nel 2016 sono state 117 in Italia le persone morte schiacciate da mezzi agricoli. Un dato che fa ancora più impressione se si pensa che il 31% dei morti sul lavoro fa parte del settore primario e di questi il 67% sono morti provocate da incidenti causati da macchine agricole. In particolare chi affianca i conducenti dei mezzi durante le operazioni.
Non si tratta quindi di tragedie isolate ma di un vero e proprio fenomeno che va in qualche modo arginato.
Dal 2013 è in vigore la formazione obbligatoria per l’uso dei trattori, sancita nell’accordo Stato-Regioni. Un passo avanti rispetto a prima, quando al contrario di quanto accadeva già negli altri Paesi europei, non era necessario dimostrare alcuna competenza specifica. Poi però è arrivato un decreto legge a cambiare le carte in tavola. Fermi tutti, se ne riparla dopo il 31 dicembre 2015. Cioè nel corso del 2016, e quindi eccoci qua.
Alcuni passaggi non sono ancora ben chiari. Ma un punto su cui non si discute c’è: per ottenere il patentino servono minimo due anni di esperienza pregressa. Il tutto certificato da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Ma non basta. Chi è in possesso di questo requisito minimo deve poi pensare a formarsi. L’abilitazione è infatti riconosciuta a chi accumula almeno 3 ore di teoria (normativa giuridica e aspetti tecnici) e 5 ore di pratica. Da rinnovare ogni 5 anni. (A questo link tutti i dettagli)
Tirando le somme, questi due sono i casi più specifici.