È un tema delicato e trasversale. Coinvolge, infatti, tutti i settori e le categorie merceologiche. Parliamo della notifica SCIP che, dallo scorso gennaio, le aziende sono tenute a presentare all’ECHA. Da un lato si deve ottemperare alla Direttiva quadro sui Rifiuti. Dall’altro si vuole creare un database con informazioni sulle sostanze preoccupanti contenute negli articoli e negli oggetti complessi immessi nel mercato europeo. Scopriamo quali sono le aziende coinvolte e cosa bisogna fare per rispettare gli obblighi di legge.
Come già svelato, SCIP è un database che contiene informazioni sulle sostanze preoccupanti negli articoli¹ o in oggetti complessi. L’acronimo sta per Substances of concern in articles as such or in complex objects (products). L’ECHA, l’agenzia europea per le sostanze chimiche, ha creato questa banca dati. Vi si raccolgono informazioni riguardanti l’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, inclusa la fase di smaltimento in quanto rifiuti. Il database vuole favorire l’accesso alle informazioni da parte di operatori e consumatori. Mira, inoltre, a sostenere decisioni di acquisto consapevoli da parte del pubblico, contribuendo alla riduzione della produzione di rifiuti contenenti sostanze pericolose. La notifica SCIP e i dati raccolti consentono, poi, alle autorità di monitorare l’uso di sostanze che destano preoccupazione e avviare azioni adeguate.
L’obbligo di presentare una notifica SCIP riguarda tutti gli articoli immessi nel mercato UE contenenti sostanze SVHC in Candidate list in concentrazione superiore allo 0,1% peso/peso. Secondo quanto prescritto, sono tenuti a presentare una notifica SCIP:
Sono, invece, esclusi dall’obbligo i rivenditori al dettaglio, eccetto gli importatori e/o produttori, e chi fornisce articoli direttamente ed esclusivamente ai consumatori. Fatto una volta e non ci si pensa più? Non proprio. La Candidate list, infatti, è oggetto di continui aggiornamenti. Per questo motivo, è opportuno prevedere periodiche verifiche dei relativi obblighi.
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Sul fronte della notifica SCIP, i fornitori di articoli devono comunicare all’ECHA le seguenti informazioni:
Ricordiamo che, ai sensi del REACH, le informazioni da trasmettere al database SCIP devono essere nel formato IUCLID. Si tratta di un’applicazione software per registrare, archiviare, gestire e scambiare dati sulle proprietà intrinseche e pericolose delle sostanze chimiche.
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Il database SCIP contiene, dunque, informazioni sulle sostanze preoccupanti negli articoli o in oggetti complessi. È l’articolo 57 del regolamento REACH a dare una definizione di sostanza SVHC (Substances of very high concern). Rientrano in questa categoria le sostanze:
La materia può rivelarsi ostica, anche per chi è nel settore da anni. E la notifica SCIP può porre molti interrogativi. Noi di e_labo siamo al tuo fianco per supportarti. Come? Attraverso un’attenta analisi delle schede di sicurezza individuiamo i prodotti o le sostanze che contengono quanto qui indicato:
Con la conoscenza delle sostanze candidate, poi, il datore di lavoro dovrà verificare la loro concentrazione nell’articolo finito. Il cliente potrebbe aderire anche a specifici protocolli, come ZDHC. In questo caso, possiamo ricercare anche le seguenti tipologie di prodotti:
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NOTE
¹ Ai sensi dell’art. 3 par. 3 del Regolamento REACH, per “articolo” s’intende un oggetto a cui, durante la produzione, sono dati una forma, una superficie o un disegno particolari che ne determinano la funzione in misura maggiore della sua composizione chimica.