Non parole, ma fatti. Del resto, il termine innovazione contiene già in sé il concetto di azione. Le nuove tecnologie influenzano sempre di più il nostro quotidiano, contribuendo a ridisegnare le nostre abitudini e pure il lavoro. Da questo punto di vista, il connubio tra IoT e Dpi rappresenta una svolta significativa nel campo della tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’adozione di dispositivi di protezione individuale, resi smart grazie all’Internet of Things, può contribuire a ridurre in modo sensibile il rischio d’infortuni.
Prima di concentrarci su IoT e Dpi, serve una piccola introduzione. Che cos’è l’Internet of Things? Potremmo definirlo un percorso nello sviluppo tecnologico. Attraverso la rete Internet, ogni oggetto dell’esperienza quotidiana acquista potenzialmente una sua identità nel mondo digitale. Il punto centrale dell’IoT è che oggetti smart siano tra loro interconnessi così da potersi scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate.
Sono passati più di mezzo secolo dalla nascita di Internet, nel 1969, e oltre 20 anni da quando è stata coniata l’espressione Internet of Things¹. In questo lasso di tempo, lo sappiamo, le tecnologie si sono fortemente evolute. Oggi sono molteplici, anche in Italia², gli esempi concreti di IoT: dalla casa all'industria, dalle auto all’illuminazione pubblica delle città, dalla logistica al settore medicale. Del resto, l’interconnessione degli oggetti intelligenti è un paradigma che, sulla carta, non ha confini applicativi e può creare valore in numerosi ambiti, anche in quello della sicurezza sul lavoro.
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L’internet of Things rappresenta, dunque, un’opportunità da cogliere. Questo anche nel campo della tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, con un accento sulla prevenzione. Del resto, come più volte abbiamo ricordato, siamo in presenza di una materia fluida e in costante evoluzione, non solo dal punto di vista normativo.
Lo sviluppo dell’elettronica e delle nuove tecnologie hanno già iniziato a incidere notevolmente sulla gestione e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Da questo punto di vista, grazie all’IoT, i Dpi possono acquisire informazioni in tempo reale e scambiarsi dati. Partendo da questo punto di vista si può, quindi, comprendere come i device intelligenti possano migliorare la gestione della prevenzione sul lavoro. Vi sono già esempi sul campo: speciali sensori riescono a rilevare, per esempio, la presenza di gas tossici o misurare la temperatura esterna. E ciò, in condizioni particolari, come un intervento in spazi confinati, può salvare delle vite.
Sono già numerosi i casi di studio interessanti da citare parlando di IoT e Dpi. Tra questi troviamo dispositivi in grado di:
Un esempio interessante per comprendere bene cosa voglia dire Internet of Things applicato ai dispositivi di protezione individuale è offerto dai Vigili del Fuoco. Sensori integrati negli indumenti protettivi indossati monitorano le funzioni del corpo come frequenza respiratoria, battito cardiaco e pressione sanguigna. Queste informazioni in tempo reale offrono preziose indicazioni in merito alle condizioni operative degli operatori, individuando per tempo possibili situazioni di crisi.
L’innovazione, specialmente quando impatta sulla salute e sulla sicurezza, necessita di requisiti e regole che ne indichino le corrette modalità e i limiti d’impiego. A tal proposito, di recente è arrivato il rapporto tecnico UNI TR 11858: 2022³ dedicato proprio al tema delle tecnologie IoT applicate ai Dpi. Si tratta del primo documento normativo italiano che affronta la questione IoT e Dpi, parlando della gestione e dell’interazione con l’ambiente di lavoro.
Il documento affronta, tra l’altro, le modalità con cui i Dpi possono essere corredati di tag, attivi e passivi. Ogni tag deve essere associato a un dispositivo e rilevato in abbinamento al lavoratore che ne farà uso. Grazie a questo sistema smart, è possibile collezionare dati utili per incrementare la sicurezza. Da un lato il datore di lavoro ha un quadro generale del comportamento degli operatori nell’utilizzo dei Dpi. Dall’altro, il lavoratore viene guidato nell’utilizzo corretto dei dispositivi.
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Come sappiamo, a seconda della situazione e del tipo di lavoro, i rischi variano notevolmente. Il datore di lavoro è tenuto ad adottare tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Il Documento di valutazione del rischio è lo strumento primario per assolvere a quest’obbligo. E, all’interno del DVR, per ogni rischio sono indicati i dispositivi di protezione individuale che vanno usati durante l'attività lavorativa per ridurre al minimo la probabilità che si verifichi un evento dannoso.
In tal senso, i vantaggi dell’implementazione di IoT e Dpi sono notevoli. L’introduzione di queste tecnologie, intanto, contribuisce a semplificare le attività di gestione e manutenzione dei Dpi. Possono, inoltre, essere introdotte funzionalità a sostegno della sicurezza, come, per esempio, la segnalazione del mancato o non corretto utilizzo dei Dpi. Ancora, è possibile:
Per l’Inail, l’impiego di tali tecnologie amplierà il ruolo dei Dpi, contribuendo a migliorare le condizioni di salute e sicurezza. Resta aperta la questione privacy: ogni evoluzione, non è un segreto, porta con sé anche qualche criticità da affrontare. In attesa di ulteriori indicazioni in merito, il riferimento resta il GDPR.
NOTE
¹ L'espressione Internet of Things è stata formulata per la prima volta nel 1999 dall'ingegnere inglese Kevin Ashton, cofondatore dell'Auto-ID Center di Massachusetts.
² Per approfondire: Osservatorio Internet of Things 2021-22.
³ Per saperne di più: Inail, Pubblicato il rapporto tecnico UNI TR 11858:2022.