L’idrogeno solforato rappresenta sicuramente il maggiore fra i rischi nel contesto dell’industria conciaria. Richiede pertanto una valutazione separata ed approfondita a garanzia della salute e sicurezza dei lavoratori.
In questo post riassumiamo gli effetti sulla salute, i valori limite di esposizione e di emissione in atmosfera, le principali contromisure per bottali, locali confinati e magazzini con una check list per il controllo periodico degli impianti di aspirazione.
Pericolosità dell’idrogeno solforato
L’idrogeno solforato (noto anche come acido solfidrico o H2S) è un gas tossico e infiammabile. È registrato presso l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) con il numero EC 231-977-3 (vedi l’Infocard). Alcune sue caratteristiche lo rendono meritevole di attenzioni particolari al fine della sicurezza sul lavoro.
- Il suo tipico odore di uova marce diventa meno avvertibile con l’aumentare della concentrazione - e quindi del rischio - fino a sparire del tutto.
- Avendo un’elevata solubilità, l’idrogeno solforato venire trasportato dall’acqua su superfici, tubature, scarichi e liberarsi anche lontano dalla zona in cui si è formato.
- Essendo più pesante dell’aria (densità = 1,19) tende a concentrarsi e ristagnare nelle zone più basse.
- È altamente infiammabile e in concentrazioni comprese tra il 4,5% ed il 45% forma con l’aria ambientale miscele esplosive che possono deflagrare con violenza.
- Attacca molti metalli, in particolare il rame, il ferro e lo zinco. Ciò rappresenta un rischio soprattutto per quanto riguardai impianti di depurazione e quadri elettrici.
Idrogeno solforato e rischi per la salute
L’idrogeno solforato, entrando in circolo attraverso le vie aeree, causa il blocco della respirazione cellulare. Gli effetti sulla salute variano a seconda delle condizioni di esposizione. A concentrazioni elevate può portare a paralisi dei centri nervosi con immediato collasso e morte. Un’intossicazione leggera, invece, causa irritazioni, debolezza, nausea che scompaiono con l’esposizione all’aria aperta.
Riassumiamo i principali effetti osservabili a crescenti concentrazioni di H2S:
- 0,05 ppm: soglia dell’attivazione dell’odorato
- 3 ppm: percezione di odore offensivo
- 50 ppm: soglia dei danni alla vista
- 100 ppm: paralisi olfattoria
- 300 ppm: edema polmonare, intossicazione acuta
- 500 ppm: danni al sistema nervoso, apnea
- 1000 ppm: collasso, paralisi, morte immediata
H2S: limiti di esposizione ed emissione
I valori limiti di esposizione professionale in Italia per l’idrogeno solforato sono contenuti nel D.M. 6 agosto 2012 del Ministero del Lavoro.
- Il limite di esposizione occupazionale per una giornata lavorativa all’idrogeno solforato (TLV-TWA) è di 7 mg/m3 - 5 ppm.
- Il limite di esposizione all’idrogeno solforato di breve durata, riferito ad un periodo di 15 minuti, (TLV-STEL) è di 14 mg/m3 - 10 ppm.
Il valore limite per l’emissione in atmosfera di idrogeno solforato, stabilito dal D.Lgs. 152/2006 (All. “I” alla Parte quinta), è di 5 mg/Nm3, con soglia di rilevanza 50g/h s.
Rischio idrogeno solforato in conceria
Nell’ambiente della conceria il rischio di esposizione all’idrogeno solforato può presentarsi in diversi luoghi.
- nei bottali di concia per le reazioni chimiche in corso durante le fasi di decalcinazione, macerazione e pikel (fino a >1000 ppm);
- in serbatoi, vasche, cantine, tubature, fognature che raccolgono acque reflue dei processi conciari;
- per errori di deposito o incidenti durante lo stoccaggio;
- per l’accidentale contatto tra acque acide e basiche su pavimenti e condotte di scarico.
Prevenire il rischio H2S nei bottali
Per prevenire rischi per la salute dei lavoratori che operano con bottali in cui si sviluppa idrogeno solforato, questi ultimi devono essere dotati di un idoneo impianto di aspirazione ed abbattimento del gas. Le misure minime di sicurezza sono:
- Le botti devono essere dotate di flussometri con allarme sonoro e visivo
- Deve esistere un segnalatore di mal funzionamento dell’impianto di aspirazione in pensilina
- Ogni addetto deve essere dotato di maschera individuale con filtro di tipo B per Idrogeno solforato, classe maggiore di 1
- Su ogni bottale devono essere esposti i segnali: “pericolo idrogeno solforato”, “obbligo di uso della maschera”, “pericolo di morte”, “pericolo esplosione”.
Deve esistere un programma di controllo e manutenzione dell’impianto di aspirazione su base:
- giornaliera (controllo generale),
- settimanale (pulizia dei condotti),
- mensile, trimestrale (controlli e manutenzioni più approfonditi),
- semestrale (controllo della portata dei singoli bottali e di tutto l’impianto di aspirazione e annotazione dei risultati su apposito registro).
Scarica la check list del Servizio di protezione e prevenzione per il controllo e manutenzione ordinaria dell’impianto di aspirazione e abbattimento dell’idrogeno solforato.
Idrogeno solforato e locali confinati
L’idrogeno solforato, essendo più pesante dell’aria, rappresenta un rischio particolarmente elevato quando si concentra in zone al di sotto del livello medio del terreno (quali fosse, canali, pozzetti) o in locali confinati (quali silos e condotte). Ecco cosa prescrive il D.Lgs 81 2008, per interventi in questi contesti:
- solo ditte esterne specializzate e qualificate, possono entrare ed operare nei luoghi citati;
- nell’impossibilità di accertare la presenza si idrogeno solforato, ricambiare abbondantemente l’aria con un ventilatore;
- gli operatori devono: indossare una cintura di sicurezza con corda abbastanza lunga da lasciare un capo fuori della zona pericolosa;
- indossare preferibilmente un autorespiratore (elevate concentrazioni di gas possono saturare in breve tempo il filtro di una maschera di protezione);
- un secondo operatore deve essere sempre presente all’esterno della zona pericolosa per fare assistenza e chiamare aiuto in caso di incidente;
- prima dell’intervento sospendere l’erogazione dell’energia elettrica per il pericolo di esplosione.
NB: Seguire le indicazioni del D.P.R. 177 /2001 - Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti.
Stoccaggio e gestione delle acque reflue
Per evitare emissioni incidentali di idrogeno solforato devono essere adottate opportune misure di sicurezza per lo stoccaggio dei prodotti chimici e la gestione delle acque reflue. Tra queste:
- i prodotti che sviluppano idrogeno solforato a contatto con acidi (p. es. solfuro di sodio, solfidrato di sodio ed antirughe) non vanno mai posati a terra, neanche momentaneamente;
- la zona di stoccaggio di questi prodotti, oltre ad essere ben identificata e delimitata, dovrebbe essere rialzata da terra e circondata da una canaletta per evitare il contatto con eventuali sversamenti;
- deve essere evitato il contatto di acque reflue basiche ed acide nelle canalette di scarico.
- delimitare la zona di depurazione acque reflue e segnalare il pericolo.
H2S e Dispositivi di protezione individuale
Per proteggere contro l’idrogeno solforato, è necessario utilizzare i dispositivi di protezione individuale adeguati. I DPI consigliati in questo caso sono maschere a filtro antigas di tipo B (adatte a gas inorganici, fascia di colore grigio) con filtro almeno di livello 2 (utilizzabile fino a concentrazioni di 5000 ppm). Per concentrazioni di H2S inferiori a 300 ppm è possibile utilizzare una semimaschera. Da ricordare sempre che:
- la maschera deve essere indossata per qualsiasi operazione eseguita a boccaporto aperto durante le fasi di decalcinazione, macerazione, pikel e concia;
- la maschera è richiesta nonostante l’impianto di aspirazione sia attivato;
- il filtro antigas perde efficacia con l’uso. Deve essere sostituito quando l’operatore inizia ad avvertire l’odore del gas.
L’idrogeno solforato nell’industria conciaria rappresenta un rischio di elevata gravità (per gli effetti sulla salute) e probabilità (per la facilità di esposizione). Per questo è necessaria una valutazione scrupolosa e l’adozione di contromisure orientate alla massima prudenza. Siamo a disposizione per un sopralluogo gratuito nella vostra azienda per una valutazione preliminare. Per ulteriori informazioni contattaci. Ci trovi ad Arzignano, in provincia di Vicenza.
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