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Formaldeide, cos'è e perché è pericolosa

Il regolamento europeo UE N.895/2014 ha classificato la formaldeide come sostanza cancerogena ma quali sono gli ambienti lavorativi con le maggiori esposizioni a questa sostanza? Un documento della Regione Lombardia può aiutarci a fare un po’ di ordine e a dare qualche consiglio utile parlando di questa sostanza.

Ambito Sanitario

Questo è senza dubbio l’ambiente in cui la formaldeide è più utilizzata. Viene impiegata per alcuni processi connessi agli interventi chirurgici o alla conservazione dei tessuti.

Per quanto riguarda le sale operatorie il documento sottolinea che data la scarsa quantità di sostanza con cui il personale medico entra in contatto, l’esposizione non è da considerarsi pericolosa ma ne viene comunque raccomandata la manipolazione sotto cappa o sistema aspirante.

Più complicata è invece la situazione delle cosiddette sale di riduzione (dove vengono trattati campioni bioptici e chirurgici). Qui l’esposizione a sostanze derivate dalla formaldeide è considerevolmente più elevata. Infatti è necessario che il personale addetto sia dotato di protezioni individuali e che venga effettuata una sorveglianza sanitaria più frequente rispetto ad altri ambienti.

Lavorazione del legno

Qui le sostanze a base di formaldeide sono utilizzate nelle resine ureiche per la produzione di pannelli. A causa di alcuni fenomeni chimici la formaldeide viene continuamente liberata nell’aria dalla stessa resina. Il problema è stato già notato infatti il mercato del legno ha da qualche anno introdotto una classificazione dei prodotti in base alle loro emissioni di formaldeide.

Fonderie di ghisa

La pericolosità risiede nelle resine fenoliche. Queste possiamo trovarle sotto varie forme come polvere, scaglie o solide ma le più diffuse sono le resine liquide. Sono utilizzate in parecchie fasi della lavorazione e quindi comporta un’esposizione più prolungata.

Settore metalmeccanico

Gli oli lubrificanti sono uno dei prodotti derivati dalla formaldeide che più utilizziamo nelle fabbriche. Trovano spazio in moltissime fasi come il taglio, la tranciatura, la fresatura, la tornitura.

Occorre insomma prestare un’attenzione maggiore soprattutto in questi ambiti produttivi in attesa, speriamo, di regolamenti più specifici. Nel frattempo, vi consigliamo di effettuare dei campionamenti ambientali per valutare l’eventuale presenza e concentrazione di tale sostanza cancerogena.

 

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