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COVID e sanificazione dei condizionatori negli ambienti di lavoro

Con l’arrivo dell’estate e l’innalzarsi delle temperature e con il perdurare delle misure a contrasto di un ritorno del Covid-19 è utile approfondire il tema dell’uso e della sanificazione dei condizionatori d’aria nei luoghi di lavoro. Una questione che riguarda anche il tema del microclima: a sua volta un fattore che influenza salute e benessere dei lavoratori. 

Anche se non espressamente previsto dal Protocollo COVID per gli ambienti di lavoro, la possibilità teorica di trasmissione del Coronavirus anche tramite polveri e aerosol ha portato i riflettori sul tema della qualità dell’aria. In merito quindi l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso specifiche raccomandazioni per l’uso di condizionatori.

Condizionatori e Covid-19

È noto che il Covid-19 si diffonde attraverso il “droplet”, cioè le minuscole goccioline d'acqua, emesse dalle persone quando parlano e respirano. Goccioline infette che possono andare a posarsi anche sulle superfici, dove il virus può rimanere attivo per molte ore fino ad essere “raccolto” dalle mani di un’altra persona. Per questo tra le misure di contrasto dell’epidemia di Coronavirus ha un peso anche la sanificazione degli ambienti di lavoro

Questo tuttavia riguarda anche gli impianti di ricircolo e ricambio dell’aria. Questi sistemi infatti possono veicolare agenti patogeni insieme a polvere e condensa e/o raccoglerli nei loro filtri e vasche di raccolta. E non parliamo solo di virus come SARS-Cov-2. Avevamo già parlato ad esempio dell’importanza della sanificazione dei condizionatori in relazione all’epidemia di legionella che aveva colpito in particolare la Lombardia nel 2018. 

La qualità dell’aria negli ambienti di lavoro

La qualità dell’aria degli ambienti lavorativi, in ogni caso, è importante non solo per gli effetti del Covid o di altri patogeni. L’Istituto superiore di sanità, infatti, nel suo rapporto COVID n° 5/2020 in cui parla anche di sanificazione dei condizionatori, ricorda che questo parametro influenza in generale la salute e il benessere e la produttività dei lavoratori. 

Uno scarso ricambio d’aria favorisce, negli ambienti indoor, la trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori. Per questi motivi, è importante innanzitutto, ove possibile, garantire un ricircolo naturale d’aria aprendo le finestre. Possibilmente quelle affacciate su strade poco trafficate e in ogni caso non negli orari di punta del traffico.

Il ricambio dell’aria deve tener conto del numero di lavoratori, del tipo di attività e del tempo di permanenza negli ambienti di lavoro. Se non è possibile un sufficiente ricambio d’aria naturale, l’ingresso di aria esterna va garantito attraverso appositi impianti di ventilazione (UTA/VMA), che secondo l’ISS in questa fase andrebbero tenuti attivi 24/7.

Condizionatori accesi o finestre aperte?

Il rischio legato agli impianti di raffrescamento o riscaldamento non è legato alla funzione di ricambio d’aria, quanto a quella di ricircolo. Mentre infatti l’apporto di aria “primaria” dall’esterno è una buona norma di prevenzione, la circolazione forzata di aria in ambienti condivisi può favorire il trasporto di agenti patogeni.

La maggior parte dei condizionatori (ma lo stesso vale per i termoconvettori) fanno ricorso ad una quota di ricircolo d’aria per ragioni di risparmio energetico. L’ISS indica di disattivare la funzione di ricircolo o di rimodulare il funzionamento dell’impianto in modo da garantire il ricambio d’aria. In altre parole: tenere le finestre aperte.

Sconsigliato, infine, l’utilizzo di ventilatori a soffitto o portatili. In questa fase - afferma l’ISS - è più importante proteggere le persone dal contagio piuttosto che garantire il comfort termico. Resta il fatto che anche il caldo è un rischio potenzialmente serio per la salute che deve essere monitorato anche in relazione al nuovo contesto.

Sanificazione dei condizionatori: come fare?

Secondo l’ISS la pulizia dei filtri e delle bacinelle di raccolta della condensa degli impianti di condizionamento ed il controllo della batteria di scambio termico possono contribuire a rendere più sicuri gli edifici riducendo la trasmissione delle malattie, compreso il virus SARS-CoV-2. Va prestata particolare attenzione, quindi, alla sanificazione dei condizionatori e dei termoconvettori o fancoil. L’ISS consiglia quindi una serie di azioni per mantenere un corretto livello di qualità dell’aria.

  • Programmare ogni quattro settimane la pulizia dei filtri dell’aria di ricircolo di fancoil/ventilconvettori, rigorosamente ad impianto fermo. Evitare di eseguire queste operazioni di pulizia in presenza di altre persone.
  • Pulire le prese e le griglie di ventilazione con panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con una soluzione di alcool etilico con una percentuale minima del 70% v/v, asciugando successivamente.
  • Non spruzzare detergenti o disinfettanti non approvati dall’SPP direttamente sui filtri: ciò potrebbe determinare la diffusione di sostanze inquinanti o nocive nell’aria durante il funzionamento degli impianti.
  • Verificare che vicino alle prese e griglie di ventilazione non siamo presenti tendaggi, oggetti e piante, che possano interferire con il corretto funzionamento.

Altre indicazioni su COVID e condizionatori

  • Al fine di migliorare la filtrazione dell’aria in ingresso, si consiglia, ove possibile e compatibilmente con la funzionalità dell’impianto, di adottare pacchi filtranti dotati di standard più efficienti (es. UNI EN ISO 16890:2017: F7-F9).
  • Un buon ricambio dell’aria (oltre che la sanificazione periodica delle superfici) va garantita anche negli ambienti/spazi dove sono presenti i distributori automatici di bevande e/o alimenti.
  • Aumentare i tassi di ventilazione degli ambienti (naturale o tramite i condizionatori) dopo l’uso di prodotti per la sanificazione/pulizia, in particolare se si utilizzano prodotti potenzialmente tossici (controllare i simboli di pericolo sulle etichette)
  • Evitare o limitare l’utilizzo di detergenti profumati, in quanto possono aggiungere sostanze inquinanti e degradano la qualità dell’aria indoor. Scegliere, se possibile, prodotti senza profumazione/fragranze e senza allergeni.

L’ISS sottolinea che nessun sistema di ventilazione può eliminare tutti i rischi. Tuttavia, se correttamente progettato e manutenuto in efficienza può sicuramente essere d’aiuto per ridurre i rischi di esposizione e contaminazione dal virus.

A questo proposito i concetti di efficienza energetica e qualità dell’aria andrebbero coniugati con i principali riferimenti dell’OMS e con quelli indicati dal Gruppo di studio “Inquinamento Indoor” dell’ISS, non sempre tenuti in considerati in fase di progettazione.

Consulenza protocollo COVID-19

Ricordiamo che con il nostro nostro servizio di consulenza COVID-19 in materia di salute e sicurezza sul lavoro forniamo supporto a tutte le attività di ogni dimensione  per:

  • Redazione o aggiornamento del regolamento aziendale 
  • Istituzione del comitato di controllo e vigilanza
  • Stesura della check list di verifica adempimenti Protocollo COVID-19
  • Produzione delle informative per lavoratori e fornitori esterni
  • Scelta dei Dispositivi di protezione individuale opportuni
  • Definizione della segnaletica da esporre
  • Stesura di un piano per le pulizie e sanificazioni e relativo registro, in collaborazione con il nostro partner Pragma Chimica
  • Istruzioni operative per registri e informativa privacy per il controllo della temperatura all’ingresso
  • Sopralluoghi in azienda per la verifica della corretta applicazione di tutto quanto previsto al fine di gestire l’emergenza.

I nostri tecnici, anche in videocall, sono a disposizione per individuare le modalità più efficienti tutelare la salute dei lavoratori e garantire l’operatività aziendale immediata in linea con le normative vigenti. Per ulteriori informazioni contattaci. Ci trovi ad Arzignano, in provincia di Vicenza.

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