È, in fondo, una questione di autofocus. Non si parla, però, di fotografia. In ambito aziendale, come sai, non è semplice occuparsi e stare al passo con tutte le norme e i requisiti legali da rispettare. Sono, infatti, tanti e i cambiamenti sono frequenti. Tuttavia, bisogna farlo: anche la minima disattenzione a livello burocratico, potrebbe tradursi in multe salate. In questo contesto, un audit della verifica della conformità normativa della propria impresa è una soluzione valida. Già obbligatorio per le certificazioni ISO 14001 e 45001, può essere svolto anche in autonomia, con il supporto di professionisti certificati.
Come svela il nome, un audit della conformità normativa serve a verificare che un’azienda o un ente stia rispettando tutte le normative. Ci si riferisce sia alle norme del proprio settore specifico sia a quelle legate all’ambiente e al territorio. L’audit si concentra sul rispetto della legislazione vigente, dal punto di vista operativo e amministrativo.
Al termine dell’audit, un tecnico specializzato elabora un verbale riepilogativo sulle criticità rilevate. «Secondo gli obblighi di conformità – spiega Clarissa Serafini, consulente di e_labo –, l’azienda deve essere in grado di riconoscere le norme che le si applicano. Questo è facile quando si osservano le norme generali, come le autorizzazioni alle norme in atmosfera o agli scarichi idrici. Lo diventa un po’ meno quando si scende nello specifico. Per esempio, quando si parla di agibilità dello stabile, della zona paesaggistica o dell’autorizzazione delle insegne. Sono tutte norme di cui spesso non si tiene conto».
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Il percorso dell’audit verifica della conformità normativa è unico per ogni azienda. Ogni settore, infatti, ha le sue peculiarità che, a livello legislativo, si traducono in esigenze diverse. In questo senso, il ruolo (cruciale) dell’operatore è valutare caso per caso le necessità dell’azienda. «Un conto è occuparsi di un’azienda conciaria, i cui obblighi a livello di sicurezza riguardano perlopiù estintori e uscite di emergenza – sottolinea Serafini –. Discorso diverso è se, per esempio, l’azienda si occupa di materiale esplosivo. In questo caso, esistono sicuramente più prescrizioni che devono essere controllate. Ma non parliamo solo di casi estremi. Già avere una caldaia richiede un controllo delle emissioni che rientra nella conformità normativa». Insomma: aziende diverse, analisi differenti.
Vi sono molte ottime ragioni per realizzare un audit di verifica della conformità normativa. Tra le principali, possiamo ricordare che:
«Nell’industria conciaria – evidenzia Serafini –, sta spopolando la certificazione LWG, che all’interno contiene una serie di domande che ricalcano i concetti di sostenibilità. Frequentemente ci troviamo a gestire questi argomenti con le aziende, anche se queste non sanno bene di cosa parliamo. Un discorso simile può essere fatto sul fronte della sicurezza, con i vari obblighi del D.Lgs. 81/2008 che spesso non sono conosciuti a fondo e nella loro totalità. È essenziale, invece, avere un’idea chiara e completa della situazione normativa: anche la più piccola dimenticanza, apparentemente insignificante, può tradursi in una multa salata».
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Ma, nel concreto, in cosa consiste un audit di verifica della conformità normativa? Si tratta di un esame documentale che dura qualche giorno. Il punto di partenza è una check list, analoga a quella che trovi qui sotto. Questo strumento operativo aiuta l’operatore a verificare che tutti i requisiti siano rispettati, per poi realizzare un registro. La checklist riporta tutti gli adempimenti e le scadenze: dalla redazione del DVR e del DUVRI alla nomina di RSPP e addetti antincendio; dalla formazione generale e specifica sulla sicurezza dei lavoratori alla valutazione del rischio da stress lavoro correlato, solo per fare degli esempi.
Esempio di checklist per audit di verifica della conformità normativa
N° | Requisiti Legislazione Ambientale | C | NC | NA | Riferimenti azienda |
1 | Consumi energetici
Legge ordinaria del Parlamento n° 10 del 09/01/1991 |
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2 | Nomina del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (energy manager) | ||||
3 | Comunicazione annuale | ||||
Prelievi idrici | |||||
4 | In atto misure per l’eliminazione degli sprechi, l’incremento del riciclo e del riutilizzo, la riduzione dei consumi | ||||
5 | Concessione approvvigionamento idrico autonomo | ||||
6 | Denuncia pozzi | ||||
7 | Denuncia annuale dei prelievi | ||||
8 | Pagamento canone annuo per utenze di acqua pubblica | ||||
9 | Installazione apparecchiature per la misura delle portate | ||||
Emissioni in atmosfera | |||||
10 | Disponibile elenco aggiornato delle emissioni (identificazione e origine) e dati sulle caratteristiche degli effluenti e degli impianti di abbattimento | ||||
11 | Richiesta di autorizzazione per emissioni da impianti nuovi, esistenti, modificati sostanzialmente, trasferiti | ||||
12 | Autorizzazione emissioni | ||||
13 | Procedura semplificata per emissioni a ridotto inquinamento | ||||
14 | Comunicazione emissioni a inquinamento poco significativo | ||||
15 | Rispetto dei limiti e delle prescrizioni dell’autorizzazione | ||||
16 | Appartenenza a una delle 54 tipologie di impianto dell’all.2 del DM 12/7/90 | ||||
17 | Impiego di metodi di campionamento, analisi e valutazione delle emissioni indicati nell’all.4 del DM 12/7/90 | ||||
18 | Misurazione emissioni con sistemi di rilevamento in continuo | ||||
19 | Limitazione di emissioni diffuse (movimentazione e stoccaggio materie prime/prodotti, tenuta giunzioni, flange, guarnizioni, gestione solventi organici volatili) |
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